L’importanza dell’APE nei prossimi anni ...svalutazione case con classi basse!
Negli ultimi anni
il mercato immobiliare italiano è stato interessato da un cambiamento che andrà
consolidandosi nei prossimi: l’Attestato di Prestazione Energetica (APE)
non sarà più un semplice documento burocratico, ma un vero e proprio
passaporto per chi desidera vendere casa.
Negli ultimi anni il mercato immobiliare italiano è stato interessato
da un cambiamento che andrà consolidandosi nei prossimi: l’Attestato di
Prestazione Energetica (APE) non sarà più un semplice documento
burocratico, ma un vero e proprio passaporto per chi desidera vendere casa.
L’APE, introdotto per classificare gli edifici in base alla loro
efficienza energetica, ha sempre avuto un ruolo obbligatorio nelle
compravendite, ma il suo peso economico e strategico sta crescendo. Con
l’aumento della sensibilità ambientale, le direttive europee sul consumo
energetico degli edifici e l’attenzione crescente delle famiglie al risparmio
in bolletta, la classe energetica di un immobile è diventata un fattore
decisivo nella trattativa.
Un’abitazione in classe alta (A, B ) non solo garantisce minori
costi di gestione, ma viene percepita come più moderna, sostenibile e
appetibile: caratteristiche che possono ridurre i tempi di vendita e
aumentare il valore dell’immobile.
Al contrario, gli immobili in classe G – la fascia più bassa
della scala energetica – sono ormai considerati veri e propri “fossili” del
mercato: consumano molto, richiedono spese elevate per il
riscaldamento e il raffrescamento e vengono visti dagli acquirenti come case
da ristrutturare. In molti casi il loro prezzo di mercato subisce
svalutazioni consistenti rispetto ad abitazioni simili ma con classe
energetica migliore. Inoltre, più andremo avanti negli anni, più le classi
energetiche basse (E, F e soprattutto G) subiranno una svalutazione crescente,
perché gli acquirenti tenderanno a preferire immobili già efficienti o
facilmente riqualificabili, lasciando indietro gli edifici meno performanti.
Un altro elemento da non sottovalutare riguarda il sistema bancario.
Sempre più istituti di credito tendono a preferire immobili con una
buona classe energetica, perché li considerano garanzie più solide e
meno soggette a svalutazioni future. Questo significa che chi acquista una casa
in classe A o B ha maggiori probabilità di ottenere un mutuo con
condizioni vantaggiose, tassi più bassi e un accesso al credito
più semplice. Al contrario, per le case in classe G l’iter può
risultare più complicato e costoso, con un rischio di esclusione dai
cosiddetti “mutui green”.
Secondo gli esperti del settore, nei prossimi anni l’APE avrà un
impatto analogo alla posizione geografica o allo stato di manutenzione:
sarà uno dei primi elementi valutati da acquirenti e banche. In
prospettiva, la normativa europea sulle “case green” e la progressiva
spinta alla riduzione delle emissioni potrebbero addirittura rendere più
difficile vendere immobili troppo energivori senza adeguati lavori di
efficientamento.
Per i proprietari, questo significa che investire oggi in
interventi di isolamento termico, sostituzione degli infissi o installazione di
impianti ad alta efficienza non è solo una scelta sostenibile, ma
una strategia per tutelare il valore del proprio patrimonio immobiliare.
In sintesi, l’APE non sarà più un documento da esibire a fine
trattativa, ma una carta d’identità energetica destinata a influenzare
concretamente il mercato. Nei prossimi anni chi vorrà vendere casa dovrà
fare i conti non soltanto con metri quadrati e posizione, ma con la classe
energetica: un parametro che, sempre più, farà la differenza.
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